Negli ultimi anni, in cui il digitale ha occupato via via sempre più spazio nel processo di acquisto, a fare la differenza per un punto vendita sono le competenze e la professionalità delle persone. Ecco perché sempre più addetti del retail vogliono diventare visual merchandiser e vetrinisti. Ed ecco perché c’è sempre più interesse a lavorare come visual e a sviluppare la propria carriera nel mondo degli allestimenti.

Il visual merchandiser e il vetrinista sono infatti due tra le figure più richieste nel settore del retail oggi. Oltre ai negozi però, le loro competenze spaziano anche nella progettazione e nell’allestimento di stand fieristici, di eventi, di scenografie.

In questo articolo-intervista abbiamo raccolto e risposto a tutte le domande più frequenti che ci vengono rivolte da chi vuole intraprendere la carriera di visual merchandiser e vetrinista e ci chiede aiuto e approfondimento sulla nostra offerta formativa.

 

Come hai iniziato a lavorare come visual merchandiser?

Giorgio: Ho iniziato moltissimi anni fa, quando scuole di visual e vetrinistica non esistevano. Per la mia formazione è stato fondamentale affiancare per 10 anni un Maestro, che mi ha trasmesso tutta la sua conoscenza e tutti i suoi segreti.

La parte pratica, il lavorare fianco a fianco, il confrontarsi con prodotti, brand e messaggi diversi in modo pratico e operativo è fondamentale.

 

Curzia: Flavio ed io invece – che siamo un po’ più giovani! 😛 – abbiamo frequentato uno dei primi corsi di vetrinistica e di visual che c’erano in Italia. È importante anche avere basi teoriche solide. Poi certo, la pratica fa la differenza! Per quello abbiamo cercato di lavorare il prima possibile su vetrine reali con i nostri Maestri.

Ed è per questo che nei nostri corsi prevediamo così tanta pratica e diamo la possibilità durante e a fine corso ai nostri studenti di venire con noi ad allestire vetrine e negozi dai nostri veri clienti.

 

corso visual merchandising pratica in store

Come si diventa visual merchandiser e vetrinista?

Flavio: Al giorno d’oggi la concorrenza è molta, e non è più tempo di improvvisarsi.

Se vuoi diventare visual merchandiser e vetrinista professionista, ti consigliamo di partire assolutamente da un corso. Quando lo scegli devi stare attento ad alcune cose:

  • ore di pratica previste
  • disponibilità di laboratori, spazi per praticare le tecniche di visual merchandising, vetrine e materiali di allestimento
  • tipologie di prodotti, temi e allestimenti trattati
  • rapporto tra numero di studenti e docenti

Come corsisti aspiranti visual prima, e come professionisti poi, abbiamo cercato di fare tesoro delle nostre esperienze positive e negative: per questo nel corso che proponiamo abbiamo messo al primo posto tutti gli aspetti che ti ho appena detto sopra. E riscontrare apprezzamento, raccogliere feedback positivi e ascoltare le storie dei nostri corsisti che ce l’hanno fatta ci riempie di soddisfazione e di felicità.

 

Quali scuole bisogna fare per diventare visual merchandiser?

Curzia: Non esiste una scuola “obbligatoria” per poi poter lavorare come visual e vetrinisti. Possono magari essere più agevolati su alcuni aspetti i diplomati dei licei artistici o degli istituti d’arte, ma non è un requisito vincolante. Anche chi ha frequentato istituti superiori e corsi universitari ad indirizzo moda, design, progettazione, arte può trovare nel lavoro del visual sbocchi professionali rapidi e prospettive di carriera davvero appaganti.

Anche interior designer, scenografi, wedding planner, organizzatori di eventi, titolari di catering, ecc. spesso frequentano i nostri corsi per apprendere tecniche di allestimento da riproporre nella loro professione.

 

corso pratico visual merchandising con stage

Quali sono le prospettive di carriera di un visual?

Curzia: Visual merchandiser e vetrinista hanno sostanzialmente due possibilità di carriera. Dopo un’adeguata preparazione, puoi fare il visual libero professionista oppure puoi diventare visual merchandiser, vetrinista o visual designer per un solo brand.

Il visual freelance ha una serie di suoi clienti e lavora autonomamente, con allestimenti diretti, consulenza e formazione. Il visual merchandiser dipendente invece si occupa del visual di un solo punto vendita o di un marchio con una catena di più negozi.

Il visual merchandiser si occupa anche di stand per fiere e può affiancare l’event planner negli allestimenti per eventi.

 

Flavio: Se ti piace viaggiare, la carriera di visual merchandiser e vetrinista è fantastica! Viaggi per allestire, viaggi per imparare, viaggi per trovare nuove ispirazioni… È un lavoro adattissimo ai giovani con voglia di spostarsi e mettersi alla prova!

 

Quanto guadagna un visual merchandiser?

Giorgio: Inizialmente un visual merchandiser deve “farsi le ossa”! Per le tue prime vetrine prenderai poco, ma è importante fare pratica su allestimenti concreti, risolvere le criticità, imparare a ingegnarsi e sviluppare creatività e fantasia, e calibrare le tue idee, magari bellissime, con il budget che hai.

La pratica e la ricerca continua saranno le chiavi per farti fare carriera come visual.

 

Curzia: Un visual con almeno una decina d’anni d’esperienza è un professionista che può arrivare a guadagnare migliaia di euro al mese.

Ricorda che lo scopo ultimo del visual non è l’estetica fine a se stessa ma l’esperienza del cliente e il maggiore guadagno del brand o del commerciante. Per questo motivo, più bravo sarai, più il tuo compenso potrà crescere in relazione ai guadagni che farai maturare ai tuoi clienti.

 

carriera visual merchandiser e vetrinista riconosciuto

Come farsi assumere come vetrinista e visual merchandiser?

Flavio: Potrebbe essere utile, per presentarsi ai primi clienti, creare e raccogliere un portfolio delle tue creazioni: un book cartaceo classico, un sito, una pagina su Pinterest e/o su Facebook, un blog, ecc.

Prepara un bigliettino da visita con dei contatti professionali (niente email con nickname adolescenziali e poco appropriati ai contesti di lavoro!) in modo da essere facilmente ricontattabile.

 

Curzia: Se non hai esperienza, proponi pure nel book le vetrine che hai allestito al corso. Esercitati a casa con gli oggetti e le decorazioni che trovi: usa i tuoi vestiti per fare pratica sulle tecniche di folding, i tuoi profumi e il make-up per esercitarti sulle vetrine a merce fredda, ecc.

Ogni momento è buono per migliorarti!

 

Giorgio: Io sono un tipo un po’ vanitoso (si vede?!) per questo trovo che anche l’aspetto, il modo con cui ci si presenta sia importante. La nostra in fondo è una professione in cui l’aspetto visivo, l’estetica, il gusto hanno grande spazio e importanza.

Per questo io consiglio sempre a tutti i miei allievi, da un lato, di curare “la prima impressione”, ma dall’altro anche di essere se stessi. Se ti piace uno stile di abbigliamento non avere timore! Se vuoi farti un taglio di capelli o un colore strano, osa! Sii te stesso: come diceva D’Annunzio, “Bisogna fare della propria vita come si fa un’opera d’arte”.

 

Come rapportarsi agli altri professionisti in negozio?

Flavio: Ricordati che è sempre molto importante instaurare un buon dialogo e un rapporto collaborativo con tutte le figure professionali di un negozio. Il vetrinista e il visual merchandiser sono importantissimi, ma lo è anche il confronto con gli addetti alle vendite, che “vivono” il negozio e i clienti ogni giorno.

Questo confronto e l’ascolto della loro esperienza quotidiana possono darti validi spunti e indicazioni per migliorare ulteriormente i tuoi allestimenti e adattarli affinarli, per quella specifica clientela.

 

corso per diventare visual merchandiser

Cosa faccio se il titolare del negozio non è d’accordo con le mie proposte di visual e vetrinistica?

Giorgio: I punti di disaccordo con i titolari di punti vendita possono essere molti: dai prodotti di punta da collocare nelle vetrine e nei display, allo stile e alla quantità delle decorazioni, dal tema dell’allestimento alla quantità di prodotti esposti.

Il problema che noi abbiamo riscontrato più spesso è quello del numero di prodotti da mettere in vetrina o da esporre a parete perché ci sono commercianti che ancora pensano che più merce metto fuori, più do l’idea di abbondanza di scelta. Invece, così facendo, è più facile cadere nell’effetto opposto: troppa merce equivale a confusione, senso di oppressione e ansia da “oddio non riesco a vedere tutto”, che sfocia nel rifiuto. Quindi nel cliente che non entra nel negozio o se ne va perché non trova le cose.

Sta alla professionalità del visual e vetrinista cercare di “educare” il proprietario del negozio sulle corrette tecniche e sulle migliori strategie. Non sempre ci si riesce, ma è nostro dovere professionale provare!

 

Curzia: Altra difficoltà può essere far coincidere le nostre idee, magari bellissime, creative, non convenzionali, innovative, ecc., o le richieste del titolare con il budget che ci mette a disposizione per allestimento e decorazioni.

Anche su questo aspetto, a lezione, ti spieghiamo come gestirti tu come professionista e come rapportarti correttamente nei confronti del tuo cliente.

 

Come tenersi sempre aggiornati?

Giorgio: Per me è fondamentale essere curiosi! Leggere, viaggiare, guardare riviste di moda, costume, lifestyle, decòr, interior design, visitare mostre d’arte, guardare film, ecc.

Tutto quello che ha a che fare con l’estetica, il mondo visivo e delle immagini è una fonte inesauribile di ispirazione e creatività per la vetrinistica e il visual merchandising.

 

Flavio: Fare periodici aggiornamenti con professionisti del settore che ci diano nuovi spunti, nuova vitalità al nostro operato, nuovi stimoli. Noi organizziamo corsi di visual su specifici temi e corsi di formazione per aziende nel quale formiamo e aggiorniamo anche chi è già un professionista.

Perché non si deve mai smettere di imparare e migliorarsi. Il mondo avanza, avanziamo sempre anche noi!

 

lavorare come visual merchandiser in store

Cosa ti interessa e ti affascina davvero del lavoro di visual merchandiser?

Giorgio: Oh, questa è sicuramente la domanda più difficile! Direi, trasmettere un messaggio attraverso un allestimento.

Un po’ come evocare un piccolo universo parallelo racchiuso nello spazio di una vetrina.

 

Curzia: Per me la cosa più bella di lavorare come visual è riuscire a costruire, dalla merce, un’esperienza per il cliente.

Un cliente che passa distrattamente davanti a una vetrina e si ferma a guardarla perché, anche se solo con la coda dell’occhio, ha percepito qualcosa che lo ha rapito. Un cliente che rimane a lungo nel negozio, e si sente a suo agio come a casa. Un cliente che racconta a qualcun altro quanto gli è piaciuto un punto vendita, o una vetrina, o l’iniziativa di un negozio.

Queste sì che sono soddisfazioni per me!

 

Flavio: A me piace la commistione di tecnicità e creatività che c’è in ogni allestimento.

E mi piace tantissimo quando a lezione, a partire dalle tecniche e dalle regole di visual merchandising e vetrinistica che insegnamo, i nostri allievi riescono sempre a produrre qualcosa di nuovo, personale, a tratti anche inaspettato.

 

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Giorgio Cignacco
Giorgio Cignacco
Ho iniziato la carriera nella comunicazione visiva negli anni '70, periodo in cui la vetrinistica e il visual merchandising si sono sviluppati in Italia. Collaborando con le più importanti aziende nazionali, ho contribuito alla crescita del settore scrivendo diversi manuali. Uno di questi è stato il primo libro sulla materia ad aprire la strada in Cina. Maestro d'arte a Studio Comunicazione Visiva, sono anche docente istituti di formazione professionale come IAL e CIOFS.

Vuoi diventare visual merchandiser? Tutto quello che avresti sempre voluto sapere su formazione, carriera e prospettive di guadagno

di Giorgio CignaccoTempo di lettura 7 min